“Talvolta è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile, che non partire mai”.
(Giorgio Faletti)
Il viaggiatore che cita Faletti, immagino sia un viaggiatore curioso, uno che ama scoprire.
Un viaggiatore che cerca di scoprire gli aspetti più autentici di un luogo.
Un viaggiatore che vuole sorprendersi ed emozionarsi, per mantenere sempre vivo il ricordo dell’esperienza.
E’ febbraio, siamo in Toscana, in Maremma, ma siamo in zona arancione per il Covid e non possiamo muoverci.
Io ho voglia di camminare, di uscire, di prendere aria, insomma vorrei almeno fare un giro in paese a piedi, anche senza incontrare gente.
Rifletto sul sul momento che stiamo vivendo e su come lo stress provocato dal “Covid” ha un impatto negativo sul nostro benessere psicologico e fisico. La medicina consiglia e la psicologia conferma, che trascorrere 15 /20 minuti al giorno nel verde, camminando, riduce il livello di cortisolo nel sangue e fa stare meglio, inoltre le emozioni positive sono benefiche sulla salute, quindi se è così, io vado!
Decido di non fare il giro classico del borgo, quello che ama fare il turista mordi e fuggi, ma di cercare gli angoli del borgo meno visti e per questo più emozionati. Con la fantasia immagino e traccio un nuovo itinerario nuovo.“L’itinerario delle vasche e dei lavatoi” .
E’ una specie di caccia al tesoro/vasca, che mi permette di passeggiare nel verde e poi raggiungere angoli insoliti nel borgo di Pitigliano. Un itinerario che può piacere anche ai turisti e allora cercherò di essere abbastanza precisa nell’elencare i miei spostamenti .Parto da Piazza Petruccioli.
Mi affaccio al parapetto, guardo verso il basso e visualizzo le scale.
Le percorro e mi trovo sotto il borgo di Pitigliano.Scendendo, poco dopo vedo sulla mia destra gli antichi lavatoi, con tre vasche di travertino insediate sotto l’Acquedotto Mediceo, dominante dall’alto.
Sono le prime tre vasche che incontro.
Continuo a camminare sul sentiero bianco (Strada Panoramica per Google Maps) chiamato localmente ” La Selciata “, che gira ad anello intorno il paese.
Mi trovo così immersa nel verde della vallata intorno, respiro profondamente e riprendo contatto con la mia energia, con il mio corpo. Mi fermo e scatto foto alle case di Pitigliano che, viste dal basso, sono immagini di architetture impensabili, di edifici impossibili. Le case sembrano concepite e create dal tufo stesso, sul quale si ergono .
Cammino lungo il sentiero della Selciata e sento nel corpo un’energia nuova, come se fossi in fuga, come se fossi riuscita a scappare. Da cosa? Dal tedio, dalla scrivania, dalla noia e dal pc!
Arrivando a metà del metà percorso sulla destra salgo le antiche scale, passo sotto l’arco della “La porta di Sovana” e così sono in paese. Esattamente nel quartiere più antico di Pitigliano, il quartiere Capisotto che termina con Piazza Berni e la sua terrazza che ha un affaccio strepitoso sulla valle e su un giardino privato allestito sullo scoglio.
Dando le spalle alla Piazza, prendo il primo vicolo a sinistra “Vicolo Pitiglio” dove so che c’è un antico lavatoio, purtroppo anche questo chiuso.
Sono arrivata a vedere quattro vasche!
Inizio Via Aldobrandeschi davanti a me, ed è in salita, io ho già un pò di fiatone quando arrivo alla chiesa di San Rocco. E’ strano vedere Capisotto senza turisti, senza le donne che si muovono nei vicoli, senza rumori e senza colori. Mi trovo davanti la chiesa di San Rocco e trovo la quinta vasca, questa con acqua potabile!
Sono arrivata a contare 5 vasche fino ad ora!
A destra dalla chiesa, pochi metri più avanti c’è uno dei vicoli di Pitigliano che amo di più ” Vicolo della Riscossa” e ancora trovo ancora una vasca che anticamente era usata per dissetare animali.
Sono a quota 6 vasche e continuo a camminare, stando sempre più bene con me stessa.
Torno verso la chiesa di San Rocco e giro a sinistra su Via Generale Orsini, camminando ancora in salita.Intorno, c’è odore di tufo, di inverno, di pioggia sulle strade, ma non ci sono rumori, non c’è gente che cammina , c’è silenzio. Poco più avanti sulla destra prendo Via Vignoli ed entro nel quartiere chiamato la Fratta. La Fratta è il quartiere che racconta Pitigliano spogliato di tutto, di negozi, di monumenti, di orpelli. E’ un antico quartiere abitativo semplicemente.
Qui difficilmente si incontrano i turisti anche ad agosto, ma… che meraviglia su Via Vignoli vedo bambini che giocano, anziane donne sedute davanti le porte delle case, che a debita distanza e con mascherine, parlano fra loro.
Sono sempre stata affascinata dalla Fratta. L’antico quartiere ha un’architettura particolare, diversa dal resto del borgo. Mi ricorda una Kasba.
Sulla destra, alla fine di Via Vignoli, trovo il vicolo Rupe della Fratta, scendo i gradini e sono in un piccolo cortile con una un antico lavatoio, piccolo anche lui.
Sono arrivata a vedere ben sette vasche o lavatoi !
Dalla fine di Via Vignoli mi incammino sul primo vicolo che trovo a sinistra che mi porta in Via Roma, la strada centrale del borgo, dove lo struscio la sera non si fa più, ma molti negozi di artigianato la rendono bella e interessante.
Esco da Via Roma e vado a sinistra sulla strada parallela, Via Zuccarelli, la strada più bella borgo medievale di Pitigliano.Poco dopo, da Via Zuccarelli giro a destra e scendo nel vicolo della Guardia Nazionale (mica è poco eh! ) e trovo su un terrazza enorme, il più bel lavatoio di Pitigliano, dopo quello mediceo. Sono arrivata a otto tra vasche e lavatoi!
Torno indietro e sono su Piazza della Repubblica dove sulla destra, una grande fontana, la fontana delle 7 cannelle (anche se sono 5), definisce il perimetro della piazza e mi ricorda la fontana di Carosello.
Sarà questo isolamento forzato che mi fa diventare nostalgica?
Voi avete mai fatto una passeggiata cosi, alla ricerca delle vasche a Pitigliano, se è si, ne avete trovate più di me?