Da bambina trascorrevo le vacanze estive a Pitigliano, nella casa dei nonni.
Ricordo bene le lunghe estati passate in Maremma, quando le giornate erano sempre ricche di colori e di scoperte.
La meta preferita di noi ragazzi era il fiume, la Fiora.
Partivamo in tanti e tutti in bicicletta. Una volta arrivati al fiume, seduti a cerchio sui sassi bianchi, decidevamo insieme quali dovevano essere le gare del giorno, amavamo solo le gare estenuanti .
Ricordo che nel gruppo di amici, c’era qualcuno più bravo di tutti, quello che sapeva pescare per primo un pesce con le mani o che per primo trovava il coraggio di tuffarsi anche se l’acqua era gelida .
Da ragazza conoscevo poco della storia di Pitigliano e della Maremma.
Ho scoperto solo poi, innamorandomene, questo territorio incantevole.
Oggi vivo qui ed è diventato un piacere leggere , ascoltare le storie e approfondire la conoscenza del posto, per poi raccontarla.
Pitigliano è chiamato anche “La Piccola Gerusalemme” perchè dalla fine del 1400 divenne un importante rifugio per gli Ebrei.
dal sito http://www.lapiccolagerusalemme.it
La convivenza degli Ebrei con la popolazione locale proseguì ininterrottamente fino alla seconda guerra mondiale, eventò che segnò con le sue brutture, anche la fine della permanenza degli Ebrei a Pitigliano.
A Pitigliano Il Presidio SlowFood della “Cucina dei Goym “ ( la cucina dei Gentili) che ha l’obiettivo di promuovere, diffondere e preservare questa cucina nata dalla “fusione” e dalla contaminazione fra la tradizione ebraica e quella Maremmana.
I presidi dello SlowFood come dice Slow Food Toscana
“Sono progetti che sostengono le piccole produzioni tradizionali che rischiano di scomparire, valorizzano territori, recuperano antichi mestieri e tecniche di lavorazione, salvano dall’estinzione razze autoctone e varietà di ortaggi e frutta” .
Lo sfratto fu “inventato” dagli Ebrei di Pitigliano nel 1622 per ricordare quando nel XVII per un Editto di Cosimo II dei Medici, furono “Sfrattati” dal borgo del paese ed intimati a trasferirsi nel Ghetto.
Il dolce ha la forma di quel bastone che, picchiando sulle porte delle case, li incitò ad andare.
Le ricette ancora conosciute ed usate a Pitigliano appartenenti alla cucina dei Goym sono:
Il Buglione d’agnello, i Tortelli di Ricotta di pecora ricoperti di zucchero e cannella, la Pasta e Ceci, i Tozzetti, i Struffolir e forse altro ancora.
Poco conosciuto e poco pubblicizzato invece è il “Bollo” o Bolo di origine iberica, un pane all’anice di origine Sefardita usato in Toscana, a Venezia e nella Valle del Po.
Più umile dello sfratto, questo pane continua ad essere prodotto nei forni di Pitigliano.