Capitolo 1
Il Diario della Yurta Nomade
Affascinata dal racconto che mi ha fatto Marcello Baraghini a proposito della tenda Mongola e da i suoi nuovi progetti collegati alla tenda e al nomadismo, ho deciso di tenere un diario per postare le prossime tappe seguendo passo per passo l’evoluzione del suo progetto.
Parto da lontano e inizio facendo parlare lui (che non aspetta altro..) rimandando un approfondimento sul personaggio Storico Marcello che vive in un vecchio casale nelle campagne di Sorano nella Maremma Toscana dal 1976 : http://it.wikipedia.org/wiki/Marcello_Baraghini
Ecco il racconto di Marcello :
-Ti racconto il giorno in cui decisi che da grande avrei fatto l’editore, alternativo e nomade:
“Animato da una rabbia esistenziale, dalla disperazione ma anche dal desiderio della felicità e voglioso di scelte estreme : droghe, alcool, sesso e politica , me ne andai da casa dei miei nel 1963. Pannella – devi sapere, in quegli anni mi inculcò il virus della non violenza e della disobbedienza civile.
In quel periodo sostitui un amico, un figlio dei fiori, a correggere bozze nella tipografia romana dell’Avanti!
Entrai così nel mondo dei libri che venivano preparati e stampati in una grande fucina che assomigliava all’inferno grazie al fuoco che nella macchina compositrice LINOTYPE fondeva piombo per preparare poco dopo la fusione, righe e righe, belle pesanti che a loro volta, impaginate diventavano pagine e pagine di libri. Libri di qualità che nelle ore morte del lavoro infiammavano discussioni fra me e i compagni di lavoro mentre covavo dentro la voglia di diventare io, un’editore.
Anni dopo quest’esperienza, mentre nel mercato domenicale di Roma Porta Portese vendevo gli ospuscoli di Stampa Alternativa, inciampai in alcuni volumi dell’ Editore Formiggini, della serie …Biblioteca del ridere, editi durante il fascismo ma con cartatteristiche di contentuto e di fattura da farmi trasecolare.
Impiegai pochissimo tempo a saperne di più di Angelo Fortunato Formiggini, l’editore.
” Si nasce editori come si nasce poeti, dichiarava lui e io mi ci ritrovavo talmente tanto che rafforzai la vecchia idea : da grande avrei fatto l’editore, alternativo. Alternativo e nomade
Vero è che allora il nomadismo era vero tutti i giorni, era la condizione di vita normale per me e per il popolo dei capelloni, figli dei fiori, libertari che frequentavo.
Ero un nomade nella vita di tutti i giorni, forte di quel formidale strumento di libertà che mi permetteva di avere un sacco pelo e solo poche altre carabattole appresso..di poter dormire dovunque, di spostarmi
Sono libero oggi per un’altra avventura?
Troppo facile a dirlo e troppo difficile farlo.
Ma dopo anni di sedentarietà e di nomadismo di testa, cara Cinzia , scopro da editore alternativo (e cacchio se lo sono! ) che posso ridiventare ancora, con modalità diverse ma ugualmente sorprendenti e affascinanti: un editore nomade, grazie ad un nuovo incontro e ad una tenda : la Yurta.
……ho conosciuto Agnese alla mostra mercato di Sorano ….ed ho scoperto la Yurta, dapprima l’ho pensata ed usata come un’apertura “agli altri ” come spazio -laboratorio per i bambini….e infine oggi, come libreria.
Insomma si nasce Editori come si nasce come Poeti ?
SI è così !