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La donna che scrive sui vetri e sulle porte chiuse

 

Viene  spesso a trovarmi nell’ufficio del Turismo dove lavoro, una signora di Pitigliano, si chiama Giuliana Zimei.
E’ una donna anziana e sorridente Giuliana, ha uno sguardo ironico che arriva subito dentro.
Tra le mani tiene fogli di carta formato A4, sono fotocopie.

Mi consegna i suoi fogli velocemente e dice “leggi,leggi sono le mie poesia, io scrivo perchè non voglio dimenticare, amo ricordare e scrivendo passo meglio il tempo quando sono sola.
Se passeggiate nella via centrale del borgo di Pitigliano, troverete le poesie di Giuliana Zimei affisse sulle vetrine o su vecchi portoni di legno verde scuro, non più usati.
Scrivo sul blog una poesia di Giuliana ed è come tentare di staccarla dal vetro, dalle sue mani,
Poso la sua poesia per prima volta su qualcosa che non ha vernice, nè spessore.

 

La Piazzola di Capisotto a Pitigliano (Giuliana Zimei)

Non stò parlando di una piazzola nell’autostrada,
ma della nostra Piazzola a Capisotto
si,giù in fondo al paese, alla fine, al bordo
qualche turista c’è che fa una foto ricordo.
Il pensiero va come al solito al passato
quando era piena di vita,sempre un gran vociare
c’era la veglia dal bastaio, tanti bimbi a giocare
alzavano la voce ma senza disturbare.
Le donne di quelle case intorno
spesso si sedevano insieme a parlare
guardavano dal finestrone e chiamavano il marito
era nell’orto, Francè viene su il pranzo è servito!
Ci si prendeva il sole nelle giornate d’inverno
ci si vegliava la sera donne e uomini d’estate
chi si cambiava l’abito, taluni, quelli alla bona
con i panni di lavoro, parlavano scaricando la soma.
Concludo, ieri ci sono andata e c’era il sole
c’era un silenzio cupo, quasi di abbandono
sembrava una piazzola dimenticata
prima era spesso treatro di qualche leticata,
perchè le donne eran sempre pronte
a leticar per futili motivi
ma dopo un pò passata la bufera
Anna e Teresa erano a veglia al fresco, la sera.

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